Raff e Loris

Le streghe dei colli

 

LE STREGHE DEI COLLI
mîl gratsis a Bruna.

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Le streghe hanno quattro piani
quattro piani
di legno scuro
dove ballano
strette in gonne cucite
a quattro mani
come vecchie amanti
di marinai dispersi

Hanno le ciglia chiare
e capelli di versi
le streghe
sorelle dell’erbe e dei muschi
che infestano l’asfalto

noi vecchi lettori di gusci di conchiglia
di crini di cavalli bizzarri e bastardi
di rose
meravigliose
di giunchiglia sterpa di palude
che conosce
la tartaruga svelta e la lepre veloce
noi vecchi panciuti bevitori di birra rotonda
sulla spiaggia riversa
lungo l’onda
facciamo a meno
di quei relitti che vengono dal mare
di piume dell’araba fenice
che bruci, si
che ci ricucia il benanadare
fra botti nere di vin nero da pisciare
di campi di trifoglio da quadrare
di frumenti del lupo da cacciare
frammenti da cagare e
di cipolle e peperoni da ridere e ferire
e un grande silenzio per il poco da dire
fra la casa colonica di pietra di fiume e
l’albume e il tuorlo
e il bimbo che corre
dietro i leoni e le talpe
che poi sarà (nno) tigre
contro tigre
e cumiere negre contro terre agre e nigre
e oceani
farfalle
e fiumi sfiocati e
facce indie andate a male, a mele, a miele,
andate via col vento,
col temporale,
e liberaci padre dai viticci
liberaci dai fili
dai tralicci
liberaci dal lavoro e dal sudore
padre seduto in banda a bere ed a sognare
liberaci dalle bugie
dalle sciocchezze che ci fanno danno
liberaci dal mare. /.