Unviar

Fumate pai canâi

a gotis sui pôi
Domenie matine cence telefono
cence peraulis par me
moderno ch’al trasude dai veris
ch’al mene indenant
une buse tal aiar, di cocâi
direzion Sud-West


Inverno (Bivio Paradiso) – Nebbia nei canali/ a gocce sui pioppi/ Domenica mattina senza telefono/ senza parole per me/ moderno che trasuda dai vetri/ che porta avanti/ un buco nel vento, di gabbiani/ direzione Sud-West

Danza

( a Manuelita – per il sorriso, il coraggio ed il resto – )


Sotto il sole
a piombo
in piedi
come sei
scuoti la testa
i capelli
i pensieri
in volo come rondini
alberi spogli
palazzi
ragazzi sudati
due tiri al pallone
sfondo rotondo
persone ghiacciate
morte
lungo la strada
l’anima sputata sull’asfalto
e
in alto la luna
piena
l’alone che
circonda appena
un desiderio
un singhiozzo
arcobaleno
salta sull’automobile
fischia via
sorridi

e bevi e fuma e danza
danza
danza
danza

fuori
altrove
per un saluto non ho
parole
e un bacio
a fior di labbra
e una smorfia ch’è rivolta
bestemmia
capriola.


( Raffaele BB Trasto Lazzara 30 Dicembre 1999 )

Su questo suolo

C’è il sole
il giardinetto
palazzi
inverno
sto male
cerco un senso
un termine
e non c’è.

Un ammasso di cellule
un casino e basta
fisica chimica
e basta
ma
forse anche
noi gente bene o male
gli abbiamo dato senso e nome al caos
perchè si doveva
funzioni tecniche
tant’è

Comunque
su questo suolo
piegato a metà
solo
piango
ch’ho i miei cazzo di problemi
la società la vita e via dicendo
mi fa male un dente forse
forse sono un niente
uno sputo per terra

mia madre ha faticato
per sbattermi qui
e adesso sono solo
con le mie domande stronze
in piedi davanti al mondo
davanti a questi palazzi orrendi
e il cielo
in piedi
su questo suolo.


( Raff BB Lazz 29 12 1999 Milan, dedicata a Nicola Ludwig )

Sceneggiatura corto

Interno lavatoria a gettone rumore delle macchine che lavorano, luce al neon, un uomo in piedi a tre-quattro metri da una donna seduta su una sedia di ferro mani conserte sulle gambe.


rumore ( t. 10 sec.)

1 Uomo (U) : ” Non vedo dove …… // Non vedo cosa ……… ”

2 Donna (D) : ” Guardami” (imperativo senza enfasi ma secco )

3 Primo piano della donna seduta D: ” Guardami !” (imperativo senza enfasi )

4 Primissimo piano del volto della donna D: “Guardami” (imperativo ma lento, stanco poco emotivo ).

5 Primissimo piano del volto dell uomo assente, sorpreso, triste, perduto. U: “Ti guardo ” lentamente, senza enfasi

6 Primo piano dell’uomo, animandosi lievemente nella voce tono ed espressività U: “Ti guardo, ti guardo, sono anni che ti guardo, anni ….”

rumore (t. 7 sec)

7 D: “E cosa vedi?”

8 U ” Ho visto di tutto. (pausa 5 sec) Ho visto il mare ed il deserto, il cuore, sanguinare, si, il cuore, ho visto il meglio, una volta sulla tua faccia ho letto il paradiso, una volta la gioia ed il sorriso, vi ho letto l’inferno, la primavera … l’inverno, lo sai, lo sai, ce ne siamo andati, abbiamo fatto di tutto … di tutto … abbiamo costruito e smontato, abbiamo faticato, sul tuo volto ho visto l’angoscia e la bellezza ho visto passare la meglio gioventù, la forza, la noia e l’abbandono ….ho visto molto e anche di più, ho visto la mia condanna, il tradimento, il perdono, ho visto di tutto … di tutto …”

rumore (T. 5 sec.)

9 D: “Adesso. (pausa 4 sec.) Adesso che vedi. Oggi, qui”

10 U: “Oggi? Qui ? Il vuoto … il niente. (pausa 4 sec.) In realtà non so neppure cosa guardare, dove e cosa e …chi.
Potrei guardarti, ora, e non v’è nulla, vorrei guardarti e vedere qualcosa che non so più vedere.
Perchè non c’è più nulla da vedere, nulla.
E poi, cosa?
Chi dovrei guardare, chi?
Chi sei? Chi? Tu, chi sei tu?? Chi sei?
11 D: “La donna che chiamavi amore!” (con enfasi aprendo un po’ le braccia)

rumore (T. 5 sec.)

12 U:”Amore, amore. I nomi delle cose cambiano. Qui, in questo … non so nemmeno come si chiama questo … luogo… una volta mi lavavo le camicie nel catino di ceramica, le stendevo ad asciugare al sole, fuori dalla finestra …

13 D: “E stiravi solo i polsini e il colletto … ” (abbozzando un sorriso )

Rumore (T. 7 sec)

14 U: “D’estate no, le stiravo intere, oppure uscivo in canottiera …”

L’uomo si gira verso il muro e viene inquadrato a pieno campo di schiena mentre la donna si piega in avanti e si nasconde il volto fra le mani

Rumore (T. 10 sec)

15 D: “Cosa ci facciamo qui, cosa ci facciamo qui ?” ( ha il volto segnato dalle lacrime )

16 U: “Contiamo il tempo che resta, che ne so … cerchiamo di … non so …”

Rumore (T 10 sec.)

17 Alzandosi in piedi D:”Andiamocene! Per piacere! Andiamo via!”

18 U: “Dove? Dove ?” sguardo assente

La donna ricade seduta sulla sedia.

A pieno campo, l’uomo dà le spalle alla donna e si accende una sigaretta (coi fiammiferi).

rumore ( 15 sec)

19 Voltando le spalle alla donna e fumando U: “Non andremo da nessuna parte.
Non ci sono più posti dove andare, il viaggio è finito, stop. Siamo qui. Siamo, stiamo e restiamo qui. Anche se fossimo altrove non cambierebbe nulla. Non ci sono più posti dove andare. Andremo lontano…. Andremo… faremo…. Non ci sono più posti dove andare… per te… per me … per noi … Non ci sono ( pausa 5 sec ) Non ci sono più ..

Rumore (t 10 sec)

20 D: “No” (lieve e secco) inquadrata di profilo

21 U: ” No cosa?”

22 D “No” (ma è inquadrato sempre l’uomo)

23 bisbigliando (anche forse canticchiando forse canzonatorio) U: ” Siii … nooo…siiii…. noooo… cazzate … cazzate ……”

Rumore (t 10 sec)

Si apre la porta la donna esce in strada, se ne va

Carrellata sull’uomo da solo nella sala che guarda il muro con il volto assente, il rumore delle macchine diviene sempre più forte, l’immagine si ferma e si agghiaccia in un colore tutto rosso o blu o giallo o quel che dev’essere e il rumore aumenta e si fonde con una musica ossessiva.


Tempo totale previsto 05 : 15 plus finale con imago fissa e musica rumore
Da una idea di LuZo prima stesura Raff BB LaZ 29 Dicembre 1999

Talking Bluus

( de Raff BB Lazzara y Fabian Riz )


Dongje l’unfiâr sangane il miò cour crevât
tal freit tal cjalt cence pore di no vê pì nie
une identitât une cjase une femine un non
parcè ch’o soj vêr y and’ai dute la mê puisie

Dongje l’unfiâr a vivin chei ch’ a zuin cui curtìs
mase gnarvous, salacour, mase emotîfs
and’ai une biciclete, un pipinot, un pasepuart, une bale
and’ai une anime scalembre netade cul dolour

Rit. E i puars, i mats, i fruts a zuin di balon!

Frute biele e blonde cu la muse taronde
copimi, copimi encjemò che no mi free di murî
parcè ch’jo soj ineât dal tò odour
e denant dai tiei voi doventi un sclâf

La matine adore mi dismote il soreli
e jo o cjali i bluesomps lâ vie cul telefonut
i amîs cul tambûr ‘a sunin al ritim dal mâr
in chest unfiâr compartido, in cheste Ete dal Seglâr

Rit. E i puars, i mats, i fruts a zuin di balòn!

Ca, sul ôr dal poç a si pasìn un got
y une frute sbaluçe sunant il sivilòt
Fabian niçule une armoniche businant tanche un’ âs
e Bì Bì pare jù rum cul seglòt

E cheste ‘e jè une conte di int strusiade
omps e fruts che nencje ‘a varesin di sei
cu la ment muardude y la panze copade
crots y vîfs cence leç nì conseis

Rit. E i puars, i mats, i fruts a zuin di balòn!


Scrite a Nadâl 1999 tal Bisiakistan Orientâl cun t’une pinte di bire scure
dediade al nestri fradi e mestri Guido Che Carrara y a todos los hombres vêrs!
Raffaele BB Lazzara y Fabian Riz

Talkandomblues

Bande Tzingare
Traduzioni in italiano
Hasta siempre Trastolons


Vicino all’inferno sanguina il mio cuore spaccato
nel freddo nel caldo senza paura di non aver più nulla
una identità una casa una donna un nome
perchè sono vero ed ho tutta la mia poesia

vicino all’inferno vivono coloro che giocano coi coltelli
troppo nervosi, forse troppo emotivi,
io ho una bicicletta, un pupazzo, un passaporto, una palla
ho un anima obliqua pulita col dolore

Ragazza bella e bionda dalla faccia rotonda
uccidimi uccidimi che non m’importa di morire
perchè sono annegato nel tuo odore
e davanti ai tuoi occhi io divento uno schiavo

La mattina presto mi sveglia il sole
e io guardo i bluesmen andare via col telefonino
e gli amici suonano il tamburo al ritmo del mare
in questo inferno condiviso in questa era dell’ acquaio

E i poveri, i matti, i bambini giocano a pallone

Qua sul bordo del pozzo ci passiamo un bicchiere
e una bimba ballonzola suonando un piffero
Fabian dondola un’armonica ronzando come un’ape
e BB butta giù rum con il secchio

E questa è una storia di gente disgraziata
uomini e ragazzi che non dovrebbero neppure esistere
con la mente smangiata e la pancia uccisa
nudi e vivi senza leggi nè consigli

E i poveri, i matti, i bambini, giocano a pallone.


( Raffaele BB Lazzara e Fabian Riz , Natale 1999 )

 

 

Sfondo padano

Donna
occhi belli
e fondi
capelli da serpe
labbra di rosa
pelle giovane
rivoluzione
vagare e
cercarre
di capire
cose
Lisboa
Sudamerica
tequila
Brasil
mèninos di strada
voglia di amore
Guido Carrara

bell’anima
localini padani
circoli anarchici
centro sociale occupato
il punk salta
la birra esalta
la mia vecchia città
più puttana di prima
ed angoli
asperità
e qualcuno che mi tiene la mano
mentre fuori piove ed io
deliro nel letto
e penso domani
andremo tutti in Americe Latina
a giocare coi bambini
la murga amarga el tambor el tango la rumba lu blues
la viarte
scalzi in terra tiare tierra discolts
a fumare tabacco e bere anice
y tè y cerveca
a ‘ser felici
con gli occhi tuoi nei miei
finchè, vuoi
vorremo
finche ci sei
diòsa!

Ed un terremoto di pelli calde e fumo
avvolge la città.

Venceremos!


(Raffaele BB Lazzara Trastolon Sefardita y Celta, Milan, 18 Dicembar 1999 VIVA L’ANARQUIA!)

Parole

(a Elisabetta DC)
Le parole
cercano
il senso
che non è

come l’ebbro
ricerca i
l corne
il dove
il riparo dalla sete
eterna

crosta di vino

Amo di te le parole sussurrate
il fiato
l’amato sentire piccoli entusiasmi
orgasmi
per un disegno un verde un fiore
una nota
ed amo il tuo adore
quel sorriso.

Non ho mani
per schiodarti dalla croce
i romani, si
giocano a dadi c
ome sempre
cio che resta
e Iddio,
credo,
sia un sadico feroce.

Ma le parole no
non hanno nulla
neppure il tuo odore
e non lo sarmo
no
dove cazzo andare (dulà la – donde aller).

Fûr

resti bessol
chi
di fûr
cul frêt sui lavris
tai vuês
su la me piel di pês
bagnat
ignari
desperât
fûr
tal scûr
ch’al cole
tal vignal
sul miluçar
drenti il topless bar
di Pradaman
di Puerto Nojar
ancje stesere
int ch’a scjampe
de vuere
de famp
de famee
int ch’a si inee
tal poc timp ch’al reste
dopo il lavor
int ch’a va ator
cun machinons
anei
credit cards
visa
master
american express
tal mâr plen di petrolio
dal ordin y dal progres
dal pinsîr
positivist
stoi fûr
resist
ten dûr
e ponti i pîts
tant che Chief Joseph
e Kociss
sierant i voi
sumiânt i roi
dal me paîs


Fuori – Resto solo/ qui/ di fuori/ col freddo sulle labbra/ sulla mia pelle di pesce/ bagnato/ ignaro/ disperato/ fuori/ nel buio/ che cade/ nel vigneto/ sul melo/ dentro il topless bar/ di Pradamano/ di Puerto Nogaro/ anche stasera/ gente che scappa/ dalla guerra/ dalla fame/ dalla famiglia/ gente che si annega/ nel poco tempo che resta/ dopo il lavoro/ gente che va in giro/ con macchinoni/ anelli/ credit cards/ visa/ master/ american express/ nel mare pieno di petrolio/ dell’ordine y del progresso/ del pensiero/ positivista/ sto fuori/ resisto/ tengo duro/ e punto i piedi/ come Chief Joseph/ e Kociss/ chiudendo gli occhi/ sognando le querce/ del mio paese

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