In altro

O soi jentràt
tal Cercli des Fadis

no larai fùr mai pì .

A jere la danze, la
musiche che indulcìs
l’anime grivie,
la maldicenze dal
compain infogàt, che al cime
al bat il pìt .

Inaltrò a je me vite,
un riç di siuns

al è un foràn, un abìs
un clap di la de tombe
tiràt cuintri, no fermabil,
mai pì .

Tal Cercli des Fadis
no plui recuperabil,
mat, sensàt,

No plui sui zenoi il
veli di fumate
no plui vuscje ‘i fenoli,
o l’ai, i pai in cròs,
mai plui se nol è nuje

chel flàt di nie ch’al sbrissie e
mi riduce .

Inaltrò,
tremant,
a la musiche dal ajar .

Tal Cercli des Fadis
tal zùc che ti scjasse
e ti confuarte,
o soi :

no larai fùr mai pì .


Raff BB Lazz 1991
– versione furlane par Marc Tibalt –

Sopra sotto o altrove

pubblicato su A-rivista anarchica, novembre 1991


Vi scrivo per proporre ai lettori della rivista “A” alcune mie suggestioni rispetto al breve articolo di Carlo Oliva pubblicato sul numero 185. Come spesso, anche in questo caso mi sono trovato d’accordo con l’analisi di Oliva, sintetica ed assai lucida: “Potrebbe darsi persino il caso che la sconfitta del comunismo, absit iniuria, sia anche la nostra sconfitta”. Questa la conclusione, che dovrebbe spingere tutti coloro che, essendo anarchici e vivendo la propria scelta etica in quotidiano confronto/scontro con le realtà delle dinamiche sociali del sistema ne desiderano il mutamento (o la trasformazione, o la distruzione) ad una riflessione sulle opportunità politiche del movimento anarchico, ora. Personalmente ho da tempo la convinzione che la già poca agibilità politica del movimento anarchico (che ha moltissime cause, alcune delle quali non certo esterne ad esso) verrà progressivamente affossata con la scomparsa di rapporti oppositivi nella nostra vita sociale. In breve, dal momento in cui le uniche opposizioni a questo sistema di Stati Sovrani riuniti intorno al Nuovo Ordine Mondiale del signor Bush saranno quelle dei fantasmi nazionali, razziali e religiosi, non vedo su quale terreno possa crescere e svilupparsi una cultura ed una pratica libertaria! Qualcuno già da tempo aggira l’ostacolo proclamando che quello anarchico è un movimento etico e non politico. Io mi chiedo se non essere politico sia, a questo punto, una scelta strategica e morale o piuttosto una necessità dettata dall’impossibilita di muoversi realmente sul piano sociale. E se questa impossibilità di muoversi esiste, da che cosa è data? Da una scarsa duttilità mentale da parte nostra? Da una incapacità di superare l’ideologismo per lavorare sul concreto? Dalla cultura autolesionista del “tanto peggio tanto meglio” che spesso, nella storia, fu rinfacciata – e non sempre a torto – agli anarchici da altre forze del movimento operaio e rivoluzionario? Se vi sono delle potenzialità libertarie da mettere in gioco per fare anche un solo passo verso l’Utopia, a mio avviso bisogna utilizzarle senza aver paura di macchiare sempre l’ideale immacolato. Muore il comunismo e tutti a ricoprirlo con gli errori (pratici e teorici) commessi nella storia di comunisti o sedicenti tali. Ma, il mondo va in merda comunque, che senso ha mettersi a fare i becchini anche noi (“Né Marx, né Lenin, né Stalin, né Mao”, Stefano Fabbri, numero 185 della rivista “A”)? E se gli USA vogliono riprendersi Cuba noi libertari da che parte staremo? Da nessuna delle due, ovviamente. Perché siamo extra partem. Siamo sopra, o sotto, o altrove. O forse perché proprio non ci siamo più.
Saluti libertari.

Raffaele Lazzara
(Milano)


link all’articolo su A- rivista anarchica

 

La patria è una stronzata!

“La patria è una stronzata!”
gridava lo scimmione bianco vomitando giù dal davanzale .

Gridava e gridava, il matto,
a guardarlo si stava fin male .

Fra i morti dell’ultima incursione aerea si
segnalano alcuni poeti :
questo significa non rispettare nessuna convenzione
Pordenone (PN) Viboldone (NN)
e sono armi
sintetiche
acriliche
non convenzionali
contemplative
strutturali
conventuali
“La patria è una stronzata!”
gridava la nana storta sulle scale

etc


( Ma la musica è allegra …) .
Poesie 1991 Antimilitariste

Militari

Nessuno par credervi,
ma tutti ne fanno parte:

alcuni son senatori,
altri deputati, ministri, assessori,
prelati, giuristi, delatori,
intelletto d’intellettuale, gazzettieri, scrittori,
professionisti del fixing, banchieri, bancari .

Molti,
a mio modesto avviso,
troppi eran la truppa :

militari .


( Ma la musica è allegra …) .
Poesie 1991 Antimilitariste

La danza dei mutilati

Questa è la danza dei mutilati
che in guerra anche i piedi hanno lasciati

hanno lasciato i piedi e le mani
le gambe, le braccia e gli organi sàni

hanno lasciato le labbra e le dita
gli occhi e le orecchie ma non tutta la vita .
Questa ä la danza dei mutilati
che strisciano a terra su ritmi forzati

ruotano intorno ai corpi straziati
mimano pallidi i bianchi soldati

questa è la danza di chi è andato in pezzi
batteria terra di tronchi malati .


( Ma la musica è allegra …) .
Poesie 1991 Antimilitariste

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: